SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA
Caravaggio,
Santa Caterina d'Alessandria,
1597, dipinto ad olio su tela. Madrid, Museo
Thyssen-Bornemisza .
Biografia
Le coordinate agiografiche di santa Caterina
d’Alessandria sono incerte (lo stesso anno della sua nascita -287 d.C.- lo è). Secondo
la tradizione, Caterina era una bella fanciulla cristiana, figlia unica del re
di Costa, che viveva ad Alessandria d’Egitto. In questa città, nel 305 viene nominato
dall’imperatore Galerio, nel ruolo di governatore di Egitto e Siria, Massimino
Daia (quello stesso che si proclamerà “Augusto”, cioè imperatore, nel 307,
morendo poi suicida a Tarso nel 313). Per l’occasione si celebrano feste
grandiose che includono anche il sacrificio di animali alle divinità pagane. Un
atto obbligatorio per tutti i sudditi, e quindi anche per i cristiani, ancora
perseguitati. Caterina si presenta a palazzo nel bel mezzo dei festeggiamenti ma
rifiuta di compiere sacrifici agli dèi e invita Massimino a riconoscere invece
Gesù Cristo come redentore dell’umanità.
Il governatore allora convoca un gruppo di 50
retori alessandrini, perché la convincano, con la loro eloquenza, a rinunciare
alla propria fede e a venerare gli dèi. Ma è invece Caterina che convince loro
a farsi cristiani. Per questa conversione così pronta, Massimino li fa uccidere
tutti e fa imprigionare Caterina senza cibo. Dopo 12 giorni, in cui il digiuno
della ragazza è vanificato miracolosamente dal nutrimento portatole da una
colomba, Massimino richiama Caterina e, non riuscendo a convincerla a venerare
gli dèi, le propone addirittura il matrimonio. Nuovo rifiuto, sempre rifiuti,
finché il governatore la condanna a una morte orribile: una grande ruota
dentata farà strazio del suo corpo. Un nuovo miracolo salva la giovane perché
lo strumento di tortura si rompe. Il governatore, a questo punto, decide di far
decapitare la santa ma gli angeli portano miracolosamente il suo corpo da
Alessandria fino al Sinai dove, ancora oggi, l’altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Questo sarebbe avvenuto il
24-25 novembre 305. In questo luogo, nel VI secolo, l'imperatore Giustiniano fondò il monastero che porta il nome della santa.
Iconografia
Santa Caterina d'Alessandria
viene rappresentata con la corona in testa e vestita di abiti regali per
sottolineare la sua origine principesca. La palma che tiene in mano indica il
martirio. Il libro ricorda la sua sapienza e la sua funzione di protettrice
degli studi e di alcune categorie sociali dedite all'insegnamento (docenti e
Ordini religiosi come i Domenicani
e gli Agostiniani).
Infine viene rappresentata con una spada, l'arma che le tolse la vita, e la
ruota spezzata, lo strumento del martirio, elemento che lega la Santa a numerose categorie
di arti e mestieri che hanno a che fare con la ruota. Forse questo l'elemento
che unisce santa Caterina ai ceramisti, di cui è protettrice. La troviamo raffigurata anche nella basilica romana di San Lorenzo, in una pittura dell’VIII secolo col nome scritto verticalmente: Ca/te/ri/na; a Napoli (sec. X-XI) nelle catacombe di San Gennaro, e più tardi in molte parti d’Italia, così come in Francia e nell’Europa centro-settentrionale, dove ispira anche poemetti, rappresentazioni sacre e “cantari”.
Significato simbolico
Indipendentemente dalla storicità della sua vicenda, la figura di
Caterina ha un ricco significato simbolico che indica come la
superiorità della sapienza divina possa travolgere il sapere dei
dottori. Caterina, riconosciuta patrona dei dottori dell’Università di
Parigi, rappresenta la superiorità del sapere teologico sulle altre
scienze. Questo è il senso della vittoria dialettica di Caterina (che
difende con successo la teologia e il diritto canonico) contro i
retori/dottori delle scienze del trivio (grammatica, dialettica,
retorica) e del quadrivio (aritmetica, musica, geometria, astrologia).
La sua figura è considerata antiluterana (vedi i due dipinti di Lucas
Cranach il Vecchio "Il martirio di S. Caterina" e "Il Matrimonio
mistico di S.Caterina" entrambi commissionati dal principe di Sassonia
il primo nel 1506, il secondo nel 1516) perché respinge l’opposizione
contro la struttura gerarchica della Chiesa, contro la distinzione tra
chierici e laici e, infine, contro il radicale rifiuto dei voti
monastici. Pertanto Caterina che prima del martirio rifiuta il
matrimonio per votarsi a Cristo riceve da Lui l’anello che sanziona la
sua promessa e assurge a figura dell’unione sponsale tra Cristo e la
Chiesa.
Culto
Alcuni studiosi ritengono che il racconto leggendario indichi,
trasfigurandola, un’effettiva traslazione del corpo sul monte, avvenuta
però in epoca successiva. In questo luogo, nel VI secolo, l'imperatore
Giustiniano fondò il Monastero di Santa Caterina che porta ancora il suo
nome. Da Gebel Katherin, infine, ma in data sconosciuta, le spoglie
furono portate nel monastero a lei dedicato. A una tradizione poco
documentata si contrappone la realtà di un culto diffuso anche fuori
dall’Egitto. Oltre che nella basilica romana di San Lorenzo e nelle
catacombe di San Gennaro, la troviamo raffigurata più tardi in molte
parti d’Italia, così come in Francia e nell’Europa
centro-settentrionale, dove ispira anche poemetti, rappresentazioni
sacre e “cantari”. La sua festa annuale è vista principalmente come la
festa dei giovani. In Francia, Caterina diviene la patrona degli
studenti di teologia e la titolare di molte confraternite femminili; in
particolare, è la protettrice delle apprendiste sarte, che da lei
prenderanno il nome destinato a durare a lungo anche in Italia:
“Caterinette”.
Santa Caterina d'Alessandria d'Egitto si festeggia il 25 novembre. E’
patrona dello "studio dei legisti" (gli antichi cultori della moderna
Giurisprudenza), di filosofi, docenti, studenti, sarte, ceramisti e
mugnai. In Italia, è patrona di Abbasanta, Bazzini Casanova (comune di
Bardi), Brissogne, Comunanza, Castellino di Moncalvo, Deruta, Dorgali,
Ferrara di Monte Baldo, Guastalla, Locri, Mores, Paceco, San Giovanni
Ilarione, San Pietro Clarenza (comune di Catania), Santa Caterina dello
Ionio, Santa Caterina di Lusiana, Santa Caterina Villarmosa, Santa
Caterina (Nardò), Scandiano, Viggianello, Sluderno e Stanghella ed è
festeggiata anche a Novi Ligure e a Rivoli (fiera di Santa Caterina il
lunedì vicino al 25 novembre). Santa Caterina è anche patrona
dell'Università di Padova e dell'Università di Siena.
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